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Finalmente la felicità: la conferenza stampa di presentazione

13/12/2011 | News |
Finalmente la felicità: la conferenza stampa di presentazione

In una piovosa mattinata romana in pieno clima pre-natalizio, è stato presentato al Cinema Adriano Finalmente la felicità, ultima fatica cinematografica di Leonardo Pieraccioni. Erano presenti all’evento, oltre all’attore-regista toscano, gli interpreti, i bellissimi Ariadna Romero e Thyago Alves, Rocco Papaleo, Michela Andreozzi, Andrea Buscemi, l’autore del soggetto Domenico Costanzo, il co-sceneggiatore Giovanni Veronesi, l’autore delle musiche il maestro Gianluca Sibaldi e l’amministratore delegato di Medusa Film Giampaolo Letta. Il film uscirà nelle sale il 16 dicembre in oltre 600 copie.
Pieraccioni ha simpaticamente presentato tutto il cast e ha poi fatto da autentico mattatore intrattenendo la stampa con la sua inconfondibile ironia “toscanaccia”. Ha iniziato parlando di come è nato il suo film.

Pieraccioni: Voglio raccontarvi perché si è fatto questo film
Io e Domenico Costanzo (uno degli autori del soggetto n.d.r.) guardavamo una puntata del programma televisivo“C’è posta per te” con Maria De Filippi e lui mi raccontò che aveva scoperto che la sua mamma aveva adottato una ragazzina brasiliana. Mi raccontò che sognava per un duplice motivo che lei lo andasse a cercare: se mai la ragazzina fosse diventata una meravigliosa ragazza per incontrarlo e sedurlo e in secondo luogo sognava che le restituisse tutti i soldi che la mamma le aveva dato in 16 anni. Con Veronesi ci siamo buttati su quell’idea e divertiti a scrivere una delle commedie secondo noi più comiche che abbiamo scritto in tanti anni. Ci siamo divertiti a fare un film sulla felicità in cui la protagonista è la musica e siamo a andati a girare a Lucca dove c’è un importante conservatorio partendo dall’ idea che la musica non si può rubare e dall’idea che se si fa del bene, il bene ritorna. Il buon Rocco (Papaleo) reduce dal successo del suo film era in uno stato di grazia e l’abbiamo sfruttato di più rispetto agli altri film, il buon Ceccherini invece appare in una scena in un ospedale (ridendo: in un ospedale psichiatrico tra l’altro è ricoverato da due anni).

Il film esce il 16 dicembre, la data ti intimorisce perché nella stessa data esce anche il cinepanettone?
Questo è il tuo decimo film, dove stai andando?
Il film si apre con Maria De Filippi e si chiude e con sorriso della piccola Martina, è un film dedicato alle donne?

Pieraccioni: Comincio dall’ultima domanda. Martina è la mia figliola meravigliosa, i film e i figli bisogna farli perché fanno bene, magari fate qualche figliolo mentre siete al cinema e magari gli mettete come nome Rocco o Ariadna o Thyago. Tutti i miei film sono una carezza sul volto dell’universo femminile, devo riconoscere che le donne hanno una superiorità bella e buona rispetto agli uomini.
Per rispondere alla seconda domanda, il cinema di Pieraccioni va dove porta il momento in cui io e Giovanni Veronesi ci ritroviamo. Io non so dove va il cinema di Pieraccioni, so solo che la mia matrice di cabarettista non morirà mai, di questo sono certo, per ed è questo che non ho mai accettato le proposte di altri registi che mi volevano nei loro film. Io sono un cabarettista prestato al cinema e morirò tale, vado in TV a pubblicizzare i miei film e mi diverto da morire. Sono andato da Carlo Conti e mi sono divertito moltissimo. Le storie che racconto tutte le volte andranno dove vorranno loro e soprattutto dove ci sarà il divertimento. Siamo qui solo per questo, siamo saltimbanchi.
Sul fatto che il film esca il 16 dicembre, sono sempre usciti tanti film a Natale e me la sono cavata. E’ normale, tutte le volte che finisci un film inizia la cronaca, e cioè quello che farà il film. Siamo nelle mani del Signore, speriamo che il pubblico venga al cinema e si diverta tanto.

Sicuramente questo film va in una direzione molto più buonista dei film del passato.
Pieraccioni: Era difficile finire il film con una litigata o con il mio personaggio che strozza Ariadna. Il grande Monicelli diceva che le commedie devono graffiare soprattutto nel finale ma si parla del grande Monicelli, se cercate qualche suo erede forse dovete chiedere a chi ha preso quella strada come ad esempio Virzì. Non ho mai avuto la sindrome del finale diverso o a sorpresa, sicuramente sarà il pubblico a stabilire se è una cosa divertente oppure no. A teatro tu puoi cambiare gli umori del testo e tu stesso capisci dove rallentare o dove accelerare, il film invece lo fai e lo consegni e il bello è questo. Non si sa mai che succede quando proponi un film perché sia noi che voi giornalisti siamo 10 gradini sotto rispetto al pubblico, il pubblico è avanti a noi sempre. Il pubblico è sovrano perché arriva al cinema e sceglie. L’andamento entusiastico di Midnight in Paris di Woody Allen la dice lunga perché non ci si aspettava quel successo.

Una domanda per Ariadna Romero, come è arrivato il ruolo in questo film? Pensi di continuare la carriera di attrice?
Ariadna Romero: Questa avventura è  iniziata con un provino, è andata bene ed è stata la cosa più bella che mi sia capitata, non so se riuscirò più a provare un’emozione così. Mi piacerebbe moltissimo continuare questa carriera ma non  tocca a me dire se potrò farlo.

Per Pieraccioni. Puoi approfondire il messaggio positivo e “buonista” del tuo cinema?
E una domanda per Rocco Papaleo, com’è stato baciare Leonardo?

Pieraccioni: Io credo che la parola “buonista” riferita a me sia stata inventata all’epoca de Il ciclone. Io ho questa visione, ho scritto 3 libri uno più pessimista dell’altro, al cinema invece faccio cose estremamente ottimistiche. Io vivo in campagna vicino Firenze, sono un ragazzo di provincia, ho due gatti, una compagna meravigliosa e ora anche una figlia bellissima, la vita mi ha dato molto di più di quello che sognavo. Facevo il magazziniere, avevo il sogno di fare almeno un film in pellicola dopo tanti cortometraggi e l’ho fatto con I laureati. Questo senso di gioia e positività me lo porto dietro da sempre e di questi tempi potrebbe sembrare scelleratezza ma non lo è.
All’inizio quando mi si diceva buonista non solo non mi offendevo ma poi andando avanti ne ho fatto un codice naturale tutto mio.
Il bacio a Rocco Papaleo è stato un bacio vero (ride), non “a stampo” ma “alla francese”.
Rocco Papaleo: Il bacio era vero, c’era un vero trasporto, è stato un bel momento, sono arrivato al top, finalmente ho baciato Pieraccioni lo sognavo da tanto tempo!

Una domanda per il maestro Sibaldi com’è stato lavorare come autore delle musiche del film?
Gianluca Sibaldi: Rispetto ad altri film ho messo in più la varietà, ho spaziato in diversi generi: qui c’è un po’ di tutto, dal pezzo pseduo-sinfonico al pezzo da cantautore anni ’70.

Una domanda per Pieraccioni visto che il tema portante è la musica, come è stato calarsi nei panni del maestro di musica?
Pieraccioni: Sono andato a imparare fagotto e controfagotto per entrare nel personaggio un maestro di musica che è un appassionato del filosofo francese Charles Fourier che intende dar vita ad un laboratorio di “musica d’istinto” in cui gli allievi possono dirigersi naturalmente verso lo strumento musicale che più sentono affine e congeniale. Il controfagotto è uno strumento che non  viene mai considerato, invece senza il controfagotto certe partiture diMozart non avrebbero avuto vita. Io lo volevo intitolare “Viva il controfagotto” ma la Medusa mi detto “allora fai il film con Raicinema!”.
Io sono un grande ammiratore dei cantautori, per me loro sono i nuovi poeti. Ho trovato poesia a piene mani nei cantautori come Guccini, De Andrè, Vecchioni. Sono cresciuto con la loro musica nel cuore e sono un loro grande ammiratore. Il film ha musiche straordinarie, il tema della felicità che il maestro Argante Buscemi mi ruba nel film è un tema omaggio al compositore più grande di tutti, Ennio Morricone.

Come è entrato il mondo di Maria De Filippi del film?
Pieraccioni: La De Filippi è alla base de plot, il suo programma televisivo racchiude gli elementi della commedia e io lo guardo perché racchiude diverse storie, ha un meccanismo che diverte molto.

Puoi parlarci della “filosofia del boomerang” che era anche ne Il ciclone? E’ un casualità che qui torni?
Pieraccioni : Sono cresciuto con l’insegnamento che tutto torna sempre. La filosofia del boomerang qui c’è nel senso che la musica, come la felicità, non si può rubare. Non ci si può comportare troppo male nella vita perché tutto torna come un boomerang. 

Una domanda per Giovanni Veronesi co-sceneggiatore. Vedendo il film sembra che vi divertiate come due matti, come consideri questa esperienza, un bel divertimento in mezzo alle altre tue opere?
Giovanni Veronesi: Mi diverto sempre a scrivere, è l’unica cosa che mi diverte fare di mattina presto. Io e Leonardo abbiamo inventato la regola che si va  casa di quello che è il regista, quindi io andavo da lui. Mi diverto molto con lui. Questo film non è stata una cosa in mezzo alle altre, io faccio lo sceneggiatore è il mio lavoro, e per farlo ti devi calare nella vita delle persone.
Pieraccioni : Giovanni è stato il termometro della mia pigrizia quest’estate, mi ha rinfacciato che un grande come De Niro per il suo Manuale d’amore andava da lui, ma io ho capito di essere davvero troppo pigro. Spesso però la pigrizia ha dei risvolti positivi.
Volevo concludere parlando di Michela Andreozzi e Maurizio Battista, sono talenti eccezionali, è un onore averli per me in ruoli cameo, fanno parte di quel gruppo di attori di razza e li volevo ringraziare di essersi venuti a divertire con noi.

Hanno concluso l’incontro due divertenti interventi degli attori Michela Andreozzi (che indossa i panni della ex fidanzata del protagonista Pieraccioni) e di Andrea Buscemi (che interpreta un compositore narcisista che ruba le melodie al protagonista).

Michela Andreozzi: Io credo profondamente nella stima reciproca. Leonardo mi ha cercata e mi ha affidato la parte della sua ex fidanzata che lo incontra casualmente in treno dopo aver scoperto nel peggiore dei modi che lui la tradiva: lei visionava delle mappe su google e aveva allargato la visuale di una verifica fino a vederlo mentre baciava un’altra. Devo dire che mi ha divertito fare una cosa che nella vita non farei mai e cioè vendicarmi di un ex. Nel film faccio una scenata memorabile su un treno e mi ha divertito molto sfogarmi contro il povero Pieraccioni.

Andrea Buscemi: Io vengo dal teatro ed è stato come una vacanza fare un film del genere. Chi  ha visto il film finalmente capisce chi è il vero sex-symbol della pellicola, non è Thyago (Alves) non è Rocco (Papaleo)...

Elena Bartoni

 


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